Skip to main content

Carissimi amici e amiche, iniziati e non, oggi voglio introdurre in queste pagine un nuovo studio.

In questo post vi parlerò della Stella a 6 Punte.
Questo simbolo ha, per sua natura, diversi significati, sia di origine esoterica che religiosa.

Ovviamente questa ricerca verterà sul significato simbolico relativo al mondo esoterico, poiché il mio diario digitale nasce unicamente per questo preciso scopo.

Non voglio tediarvi con introduzioni senza fine, quindi iniziamo subito a trattare l’origine di questo potentissimo simbolo.

Stella a sei punte: le origini

La conoscenza dei cieli ha sempre rappresentato un elemento fondamentale per la sopravvivenza umana, ed è da millenni che gli esseri umani osservano, studiano e registrano i cicli astronomici. Spesso questi cicli venivano trasmutati in sigilli, forme e simboli che, molto probabilmente, ci sono familiari, avendoli osservati almeno una volta nella vita. I calendari lunari, solari e stellari furono incisi e dipinti su pietra, osso e avorio fin dalle ere glaciali, come testimonianze tangibili di un’intensa ricerca di ordine nell’apparente caos del cielo. Tra questi simboli, uno in particolare spicca per la sua straordinaria storia e significato: la stella a sei punte, formata dall’incontro di due triangoli equilateri sovrapposti, uno rivolto verso l’alto e l’altro verso il basso.

La sua origine risale a tempi lontanissimi, addirittura al 77.000 a.C. in Sud Africa, dove venne utilizzata per registrare la posizione annuale del sole. In quel contesto, un triangolo rivolto verso l’alto segnava l’alba e il tramonto del solstizio d’inverno, mentre un triangolo rivolto verso il basso tracciava il corrispondente movimento del sole nel solstizio d’estate. Per comprendere il significato di questo simbolo, era necessario essere posizionati nel punto giusto, osservando verso l’estremità larga, là dove il sole sorge e tramonta: a nord per il solstizio d’estate, a sud per l’inverno.

Nel corso dei millenni, la comprensione del movimento del sole si è evoluta. Già nel 60.000 a.C., si utilizzavano le ombre di un gnomone per misurare il movimento quotidiano del sole. L’ombra proiettata dal gnomone, ossia il polo centrale, tracciava una forma a V nel cielo, seguendo il percorso del sole. Le divisioni del cerchio, tracciate attraverso l’ombra, indicavano l’ora del giorno, mentre lo gnomone veniva successivamente inclinato per una maggiore precisione.

Durante il periodo di Lascaux, intorno al 14.500 a.C., i solstizi d’estate e d’inverno venivano rappresentati mediante la sovrapposizione dei due triangoli, dando così vita all’esagramma, la stella a sei punte. La linea centrale orizzontale, formata dall’incrocio dei triangoli, segnava simbolicamente gli equinozi. Questa tradizione di registrare e tramandare la conoscenza dei cieli attraverso immagini si è mantenuta viva per millenni, grazie alla trasmissione orale e alle mitologie, utilizzando proprio simboli come l’esagramma per farlo.

Queste “storie illustrate” sono il fondamento di un vasto mondo di tradizioni, alcune delle quali incentrate proprio sull’esagramma, come nel caso del Sigillo di Salomone, un altro simbolo intriso di significati profondi. In molte culture del mondo, l’esagramma ha assunto connotazioni particolari: per gli indù è conosciuto come Yantra, un diagramma mistico o astronomico; per i buddisti simboleggia il Sacro Matrimonio; in Cina rappresenta l’equilibrio tra Yin e Yang, e la sua presenza è documentata tra i simboli delle civiltà precolombiane d’America centrale e meridionale.

Nonostante le sue radici astrali, nel XVIII secolo l’esagramma divenne popolare come amuleto protettivo contro il male, una tradizione che ha dato origine anche al concetto di “maledizione” legata al simbolo. Gli alchimisti lo adottarono per simboleggiare l’unione degli opposti, un concetto che rappresentava la connessione tra il cielo e la terra, e che ancora oggi è interpretato da molti come l’epitome di quella frase “come in alto, così in basso”.

Oggi, conosciuto principalmente come la Stella di David, o Magen David, l’esagramma è indissolubilmente legato al giudaismo, sebbene sia in realtà un simbolo relativamente recente all’interno di questa tradizione religiosa. La sua adozione nel 1948 come emblema della bandiera di Israele ha dato ulteriore lustro a questo antico simbolo, il quale, pur avendo un passato astronomico e mitologico, ha assunto anche significati più contemporanei. Esso rappresenta l’unione degli opposti, come il maschile e il femminile, il fuoco e l’acqua, l’individuale e l’universale, raccogliendo in sé il perfetto equilibrio di forze contrastanti. Nella sua complessità, l’esagramma diventa così il simbolo della dualità e dell’armonia, spesso interpretato come l’ermafrodita, la figura che unifica in sé gli elementi complementari e contrastanti della natura.

 

Stella a 6 punte o esagramma: spiegazione logico-iniziatica

Le nostre Scuole iniziatiche e i nostri Magister Superiori (Summi.Mag.Lum.) ci rivelano che il pentagramma o la stella a cinque punte rappresentano il microcosmo, mentre il doppio triangolo incrociato, ossia la stella a sei punte, simboleggia il macrocosmo.

Questa interpretazione è condivisa dai cabalisti occidentali più conosciuti, sia quelli medievali che quelli moderni, e trova fondamento nelle loro dottrine esoteriche.

Figura centrale in queste riflessioni è Éliphas Lévi (Abbé Constant), ma anche Kunrath, uno dei più grandi occultisti delle epoche passate, che ci offrono le ragioni di tale simbolismo. Secondo i veri cabalisti, lo Spirito e la Materia trovano il loro principale significato nei rispettivi colori dei due triangoli intrecciati, e non nelle linee che collegano le figure stesse.

Ciò sottolinea una visione profonda di ordine cosmico che trascende la mera geometria.

Per il cabalista e il filosofo ermetico, tutto in natura appare sotto un aspetto trino; in altre parole, tutto è una molteplicità che, pur nel suo divenire, mantiene la sua unità.

Questo concetto è rappresentato simbolicamente in varie figure geometriche, come i triangoli che si intrecciano nella stella a sei punte, espressione tangibile della trinità universale. Come diceva Platone: “Dio geometrizza.”

Le “Tre facce cabalistiche” sono le “Tre Luci” e le “Tre Vite” di Ain-Suph (il Parabrahman), che è anche noto come il “Sole Centrale Invisibile”. “L’Universo è il suo Spirito, Anima e Corpo”, le sue “Tre Emanazioni”.

Questa natura trina – che comprende la natura puramente Spirituale, quella puramente Materiale, e la Natura di Mezzo (ossia la materia imponderabile che compone l’anima astrale dell’uomo) – è simbolicamente rappresentata dal triangolo equilatero, il cui equilibrio perfetto suggerisce l’unione di questi principi in proporzioni uguali nell’universo.

La legge universale è quella dell’equilibrio perfetto, e questi principi sono eterni e coesistenti.

La simbologia occidentale, pur con lievi variazioni, è identica a quella degli Ariani. Sebbene i nomi possano differire e possano essere aggiunti dettagli marginali, le idee fondamentali rimangono le stesse.

Il doppio triangolo, simbolo del macrocosmo, contiene in sé concetti complessi come l’Unità, la Dualità, la Trinità, la Pitagora Tetraktys, il quadrato perfetto, e si estende fino al Dodecagono e al Dodecaedro, emblemi geometrici della perfezione cosmica.

Gli antichi cabalisti caldei, che sono stati i maestri e ispiratori della Cabala ebraica, non erano né antropomorfizzatori del Dio dell’Antico Testamento né gli autori delle interpretazioni moderne.

Il loro Ain-Suph – l’Infinito e l’Assoluto – “ha una forma e poi non ha forma”, come ci racconta lo Zohar. E aggiunge subito: “L’Invisibile ha assunto una Forma quando ha chiamato l’Universo all’esistenza”. In altre parole, la Divinità può essere concepita e vista solo attraverso la natura oggettiva, in una visione panteistica.

Per gli occultisti, i tre lati dei triangoli rappresentano: lo Spirito, la Materia e la Natura di Mezzo, quest’ultima intesa come “Spazio”. Da qui emergono le energie creative, conservatrici e distruttive, che si esemplificano nelle “Tre Luci”. La prima Luce infonde vita intelligente e cosciente nell’universo, rispondendo così all’energia creativa.

La seconda Luce dà forma alla materia cosmica preesistente, rappresentando l’energia conservatrice. La terza Luce produce l’intero universo materiale fisico. Man mano che quest’ultima si allontana dalla Luce spirituale centrale, la sua luminosità svanisce, cedendo il passo all’Oscurità o al Male, che porta alla Morte. Così si manifesta l’energia distruttiva, sempre presente sotto forma di temporaneità e mutabilità.

Le “Tre facce cabalistiche” dell’“Anziano degli Anziani”, che “non ha volto”, sono rappresentate dalle divinità Ariane Brahmâ, Vishnu e Rudra (o Shiva). Il doppio triangolo dei cabalisti è spesso racchiuso in un cerchio, simbolo dell’eternità, rappresentato dal serpente che si morde la coda (l’emblema egizio dell’eternità) o, talvolta, da un semplice cerchio (come nel sigillo teosofico).

Un’importante differenza tra la simbologia ariana e quella occidentale del doppio triangolo sta nel significato profondo di ciò che può essere inteso come “lo zenit e lo zero”.

Nel pensiero cabalistico occidentale, l’apice del triangolo bianco si perde nello zenit, rappresentando il mondo della pura immaterialità o dello Spirito puro. Al contrario, l’angolo inferiore del triangolo nero, rivolto verso il basso, rappresenta il nadir, dove si trova la “materia impura”, ovvero le “grossolane purghe del fuoco celeste” (Spirito), che vengono trascinate nel vortice dell’annientamento.

Il punto centrale e la cavità centrale, secondo l’insegnamento Paurânik, sono considerati la sede di Avyakta Brahma, la Divinità non manifestata.

Gli occultisti, piuttosto che rappresentare un semplice punto geometrico, collocano frequentemente la Crux Ansata (la “croce ansata”, o Tau egizio) al centro, dove il cerchio sostituisce una linea retta, simboleggiando lo Spazio illimitato e increato.

Così modificata, questa croce ha quasi lo stesso significato della “Croce mondana” degli antichi ermetisti egizi, rappresentando la croce all’interno di un cerchio. Pertanto, sarebbe erroneo affermare che il doppio triangolo rappresenti “solo Spirito e Materia”, poiché esso incarna molteplici emblemi, la cui spiegazione richiederebbe un intero volume.

Il doppio triangolo non simboleggia esclusivamente lo Spirito e la Materia universali, poiché, secondo l’interpretazione pitagorica, due linee da sole non potrebbero formare un triangolo. La distinzione tra il bianco e il nero dei triangoli non è che una manifestazione della Trinità nell’Unità, come già spiegato dai Pitagorici circa 2.500 anni fa.

La loro dottrina, che rifiutava il numero due come principio fondamentale, spiegava che solo l’unità, rappresentata dal triangolo equilatero, poteva essere considerata figura geometrica.

Così, quando si simboleggia Spirito e Materia (l’Alfa e l’Omega del Cosmo), è necessario utilizzare due triangoli intrecciati, ognuno rappresentante rispettivamente lo Spirito (bianco) e la Materia (nera).

Inoltre, il numero dodici, simbolo della totalità cosmica, è sacro in molte tradizioni, poiché rappresenta l’unione delle due dimensioni: spirituale e fisica. I Pitagorici, che veneravano questo numero, lo vedevano come una moltiplicazione della perfezione della Tetraktys, che portava a una visione completa del Cosmo, e lo simboleggiavano nel doppio triangolo, come già evidenziato dagli antichi Caldei e dai cabalisti ebrei.

In questo contesto, il doppio triangolo simboleggia il macrocosmo, ovvero l’intero universo, e incorpora il pentagramma, il microcosmo, creando una sintesi di tutte le energie e forme che esistono nel Cosmo.

Attraverso le triangolazioni e la geometria sacra, gli iniziati hanno cercato di rappresentare la connessione profonda tra il visibile e l’invisibile, tra l’uomo e l’universo.

Stella a sei punte: significato esoterico

L’esagramma, come il pentagramma, era ed è usato nelle pratiche di certe tradizioni esoteriche ed occulte ed è attribuito ai 7 “vecchi” pianeti delineati in astrologia.

Stella 6 Punte: significato esoterico pianeti

La stella a sei punte è comunemente usata sia come talismano che per evocare entità di cui è meglio non parlare qui, in chiaro.

In alcuni libri (uno in speciale)  la stella a sei punte è chiamata talismano di Saturno ed è anche chiamata Sigillo di Salomone.

Nelle leggende medievali ebraiche, cristiane e islamiche, il sigillo di Salomone era un anello con sigillo magico che si dice fosse posseduto dal re Salomone, che gli diede in vari modi il potere di comandare demoni, geni o di parlare con gli animali.

Significato della stella a sei punte nella Massoneria

L’esagramma è stato presente all’interno e all’esterno di molti templi massonici come decorazione per moltissimo tempo, specie nelle prime logge che vennero edificate.

Stella 6 punte in massoneria

La stella a 6 punte, uno dei simboli più antichi del mondo, potrebbe essere stato trovato all’interno delle strutture del tempio di re Salomone, da cui i massoni ne hanno tratto ispirazione per portare avanti alcuni studi di origine sapienziale, mistica e ovviamente… magica.

La stella a sei punte è utilizzata per ottimizzare alcuni studi relativi alla Grande Opera e si trova anche in altri ben noti ordini segreti. Sicuramente posso dirvi, senza esitazione, che il simbolo in oggetto ha proprietà che vanno ben oltre l’immaginazione.

L’esagramma è usato per evocare [ omissis ], facendoli apparire in questa dimensione per eseguire [omissis].

Molti ebrei e cristiani sono stati ingannati dai cabalisti ebrei che avrebbero voluto che credessero che la stella a sei punte fosse un simbolo ebraico. Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità. Non è un simbolo ebraico, ma un simbolo occulto.

“Sì, avete preso il tabernacolo di Moloch, e la STELLA DEL VOSTRO DIO REMPHAN, figure che avete fatto per adorarli: e io vi porterò via oltre Babilonia”. ~ Amos 5:26-27

“Ma voi avete nato il tabernacolo del vostro Moloch, e Chiun (Remphan) le vostre immagini, la STELLA DEL VOSTRO DIO, che vi siete fatti”. (Amos 5:26-27)

“Che desse loro un segno sulla loro mano destra, o sulla loro fronte; e che nessuno possa comprare o vendere, se non colui che ha il marchio o il nome della bestia, o il numero del suo nome». (Apocalisse 13:16-17)

Come sopra, così sotto. il significato esoterico di questo simbolo. L’esagramma è composto da un triangolo verso il basso e verso l’alto. il triangolo discendente rappresenta il paradiso o il potere superiore.

Il triangolo ascendente è il triangolo terrestre che rappresenta l’uomo e la pianura fisica. Insieme i simboli rappresentano come sopra, così sotto, as above, so below!

Il triangolo rivolto verso il basso “è un simbolo femminile corrispondente alla ‘yoni’ e il triangolo rivolto verso l’alto è il maschile, il ‘lingam’.

Quando i due triangoli sono intrecciati, rappresentano l’unione delle forze attive e passive in natura (maschile e femminile).

 

Aggiornerò costantemente questo studio.
I commenti e gli interventi costruttivi, sono ben graditi.

Tau Magister I° – Mag.Max.

Leave a Reply